Il trapianto delle isole pancreatiche permette un controllo glicemico nel lungo periodo
Il trapianto delle isole pancreatiche sta diventando un’interessante opzione terapeutica nei pazienti con diabete di tipo 1, anche se non sono stati ancora chiariti i rischi della procedura e l’esito (outcome) nel lungo periodo.
Nel corso del Clinical Islet Transplant Program dell’Università di Alberta ad Edmonton (Usa) sono state eseguite 54 procedure di trapianto delle isole in 30 soggetti. I pazienti sono stati seguiti dopo il trapianto in modo da verificare anche la sicurezza della procedura e della successiva terapia immunosoppressiva anti-rigetto.
In 2 delle 54 procedure è stata osservata una trombosi a livello della vena porta.
Cinque pazienti hanno presentato emorragie all’accesso percutaneo della vena porta: 3 hanno richiesto la trasfusione ed in 1 soggetto, che aveva una parziale trombosi alla vena porta, si è presentata un’emorragia intraepatica e sottoscapolare mentre era sotto terapia anticoaugulante, richiedendo trasfusione ed intervento chirurgico.
Nel 46% dei soggetti si è avuto un innalzamento dei valori di funzionalità epatica, tutti risolti.
Le complicanze associate alla terapia sono state:
1) aumento dei livelli di colesterolo , che ha richiesto la somministrazione di statine nel 65% dei casi;
2) aumento della creatinina in 2 pazienti, che presentavano una preesistente malattia renale;
3) aumento dei livelli di proteinuria in 4 pazienti, con preesistente proteinuria;
4) aumento della pressione sanguigna, che ha richiesto somministrazione di farmaci antipertensivi nel 53% dei casi.
In 3 pazienti è stato necessario l’intervento di fotocoagulazione retinica con il laser.
Non ci sono stati casi di disordini linfoproliferativi post-trapianto o di infezioni da Citomegalovirus.
Nessun paziente è morto.
I risultati di questo studio , con un periodo di osservazione massimo di 34 mesi, indicano che il trapianto delle isole pancreatiche permette di ottenere una prolungata indipendenza dall’insulina. ( Xag ena2002 )
Ryan EA , Diabetes 2002 ; 51 : 2148-2157